Archivio per: Editoriale del Presidente

Mobilità dei medici sul territorio

NEL PRIMO editoriale del 2020 denunciavo il comportamento tenuto dal Comune di Milano nei confronti dei medici. Il Comune aveva unilateralmente scelto l’abolizione della validità del pass cartaceo rilasciato dal nostro Ordine di “medico in visita urgente” e senza prevedere alcuna esenzione per le auto dei medici relativamente all’accesso all’area C. In quello scritto, buttato giù nelle prime ore della pandemia che avrebbe poi sconvolto il mondo, osservavo come molti fossero i segnali relativi alla scarsa considerazione nella quale era tenuta la Medicina del Territorio e appunto l’atteggiamento sprezzante del Comune era da annoverarsi tra questi.

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La scorciatoia

Un po’ di mesi fa, qualche conoscente ben informato mi riferiva del fatto che i ragazzi che non riuscivano a superare il test di ammissione …

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Rapporto di sfiducia

“La gestione del paziente aggressivo – tecniche di de-escalation”. Ho appena finito di compilare una “scheda di valutazione” di un tutoraggio e questo è uno degli argomenti che abbiamo trattato insieme a un giovane collega. Mi fermo a riflettere e la prima cosa che penso è “chissà cosa avrebbe detto il mio papà” che faceva il mio stesso lavoro, sapendo che oggi un medico inserisce un argomento come questo nel suo curriculum formativo. Alle nostre latitudini, il fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari era quasi sconosciuto fino a pochissimi anni fa. Oggi, purtroppo, questo flagello è arrivato anche da noi insieme a ulteriori fenomeni di insoddisfazione del cittadino nei confronti dei medici (sia ospedalieri sia convenzionati). Infatti, al protocollo dell’Ordine, ricevo circa due-tre esposti al giorno contro Sanitari.

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Quando la legge insulta la scienza

LA STAMPA ha dato notizia che il 6 luglio scorso un giudice del Tribunale di Firenze ha sospeso temporaneamente il provvedimento dell’Ordine degli psicologi della Toscana che, a termini di legge, aveva a sua volta sospeso una dottoressa di Pistoia, una psicologa, perché non vaccinata. Oramai siamo abituati alle alterne fortune che gli Ordini hanno allorquando, incaricati di far rispettare una legge dello Stato, si trovano di fronte a sentenze …

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L’insostenibile assurdità della burocrazia

QUELLE che seguono sono alcune riflessioni sulla marea montante di burocrazia che sta letteralmente sommergendo il lavoro di tutti i medici e di tutti gli odontoiatri, sia che operino nel pubblico sia nel privato.
Tuttavia, prima di leggere queste mie righe, date un’occhiata all’editoriale di Roberto Anzalone del 2005 (vedi a pagina 4). Sembra scritto oggi! Che prosa lucida, affilata, asciutta. In quegli anni ebbi l’onore di accompagnarlo dall’allora leader della Commissione unica del farmaco (CUF). Il viaggio nella capitale era diretto a lamentarsi dello spazio sempre più ridotto che i medici avevano e hanno a disposizione sui ricettari “rossi” del SSN, di carta filigranata della Zecca di stato.

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Occhi ben aperti

Ieri notte ho avuto un incubo. Nel sogno, ero l’amministratore di una piantagione di cotone e venivo malamente licenziato da un nerboruto maggiordomo e dai suoi sgherri. “Perché? …”, continuavo a chiedere. “Ho sempre lavorato bene!”. “Appunto”, rispondeva il maggiordomo, “questo alla proprietaria non piace”, indicando, con la sua mano avvolta da un morbido guanto bianco, una signora, capelli corti biondo-cenere, elegante, che, ben lontana dai campi dove gli operai faticavano e sudavano sotto al sole cocente, stava sorbendo un tè nel patio ombreggiato di una bella casa coloniale, circondata di servitori e in compagnia di alcuni signori ben vestiti, ma dall’aspetto poco raccomandabile. “E poi”, soggiungeva il maggiordomo, “lei è anche onesto! Si vergogni!”; e a queste parole due energumeni mi buttavano fuori dalla tenuta. Dovrò consultare qualche esperto per capire il significato di quanto ho sognato…, ma forse tutto è dovuto al fatto che faccio le ore piccole a scrivere comunicati, lettere e proteste varie contro quella che è (per me) un’evidente manovra di dismissione (svendita?) della sanità pubblica in generale e del territorio in particolare. Durante la giornata di ieri, parlando con un autorevole Collega, enumeravo una serie di fatti che, a mia interpretazione, vanno tutti nello stesso senso; e forse questa è anche la ragione dell’incubo che ha scosso la mia nottata. Vi voglio fare partecipi delle mie riflessioni.

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Il giro di boa

ECCOCI all’ennesimo “giro di boa”: con la DGR XI/4811 del 31 maggio 2021, la Giunta regionale lombarda invia al Consiglio regionale le linee di sviluppo della Legge regionale 23/2015, che riformava la riforma determinata dalla Legge 31 del 1997 che, peraltro, era già stata riformata una prima volta dalla Legge regionale 33 del 2009… Eh, lo so, c’è da farsi venire il mal di testa… Non mi addentrerò nei contenuti della Delibera di Giunta, ma una cosa risalta anche a una prima lettura: le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) guideranno contemporaneamente l’ospedale e il territorio (compresi i dipartimenti di prevenzione). Ci risiamo! Chi arriva al timone e sostituisce sulla tolda un precedente comandante viene preso da un’incoercibile pantoclastia. Sono anni che cerchiamo di svincolare il territorio dall’ospedale e non ci riusciamo e la nuova Giunta che cosa propone? Di rimettere insieme l’ospedale, il territorio e la prevenzione, facendoci ripiombare nel secolo scorso.

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Il tifone all’orizzonte

Il Capitano MacWhirr nell’indimenticabile “Typhoon” di Joseph Conrad intuisce perfettamente che di lì a poco si abbatterà una terribile tempesta sul Nan-Shan, il piroscafo di cui ha il comando. Tuttavia, pervicacemente, stolidamente (noi diremmo: in maniera gravemente imperita!), non fa cambiare la rotta e preferisce affrontare la furia del mare piuttosto che perdere tempo e seguire i consigli di Jukes, il suo Secondo.
Vedo l’inizio della campagna vaccinale anti-CoViD19 e mi pare di vedere il Nan-Shan che si avvicina pericolosamente alla tempesta che si profila all’orizzonte. I segnali premonitori ci sono tutti: la campagna per la vaccinazione antinfluenzale è stata un misto di enormi ritardi e incompetenza. Poi, contro la SARS-CoV2, si è partiti a vaccinare i medici dipendenti e convenzionati ma si sono trascurati i liberi professionisti e gli odontoiatri che, solo in un secondo tempo e dopo infinite insistenze, sono stati immunizzati.

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Più tutele e meno eroismo

Quando sento dire che i medici sono degli eroi, mi viene sempre in mente quella ballata di Bob Dylan (Hero Blues) in cui la sua ragazza vorrebbe che lui partisse per la guerra per andare a vantarsi con le amiche di avere un compagno “eroe”. Ma lui, saggiamente, osserva: “You need a different kind of man, babe; You need Napoleon Boneeparte; Well, when I’m dead; No more good times will I crave; You can stand and shout hero; All over my lonesome grave” [Hai bisogno di un differente tipo di uomo, ragazza, hai bisogno di Napoleone Bonaparte. Bè, quando sarò morto non desidererò più tempi migliori. Tu starai in piedi sulla mia tomba solitaria a gridare “eroe”].
Già dalla primavera, quando tutti ci chiamavano “eroi”, ho messo in evidenza alcuni problemi importanti che si sarebbero verificati di lì a poco. Uno di questi, prevedevo, sarebbe stato il problema della responsabilità medica. Ora siamo in autunno e ho già avuto notizia di diverse accuse (di solito ingiuste) di malpractice dirette contro medici ospedalieri o del territorio, in merito all’assistenza data a pazienti che si sono ammalati e/o sono deceduti per COVID-19. Perciò, anche in questo campo, la tempesta è annunciata e non vorrei mai profferire la celeberrima frase attribuita a Socrate: “Tanto tuonò che piovve”.

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L’autunno sta arrivando…

Giancarlo Buccheri, Nicola Cocucci, Gianfranco D’ambrosio, Carmela Laino, Roberto Mario Lovotti, Alberto Pollini, Guido Retta, Mario Ronchi, Gerardo Fabio Rubino, Alberto Santoro, Giovanni Stagnati, Carlo Vergani, Marzio Carlo Zennaro.

Questi nomi sono un pesante “J’accuse” che noi rivolgiamo a tutti, indistintamente: nazione, regione ed enti locali: sono i Medici e gli Odontoiatri milanesi deceduti per coronavirus. Oltre a questi Colleghi ce ne sono tanti altri che si sono ammalati.
Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, è morto l’11 marzo 2020 a causa del coronavirus. Il 21 febbraio ero seduto al suo fianco, durante la riunione del Comitato Centrale a Roma. Abbiamo chiacchierato, parlato e riso assieme per diverse ore.

Ripenso a quel giorno: probabilmente si è contagiato subito dopo, probabilmente mi è andata bene, io non ve lo so dire. Il mattino in cui mi hanno comunicato la sua morte me lo ricordo ancora.

Domenica 23 febbraio ho mandato la prima lettera alla Regione Lombardia per raccomandare alcuni semplici interventi da fare …

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