A brave new world

In base a quanto si è letto sulla stampa, l’assessore al Welfare lombardo sembra abbia dichiarato che ha in gestazione una delibera regionale che istituisce una sorta di tessera sanitaria a punti. Se il cittadino farà la prevenzione prevista dalle ATS e attuata dalle ASST, rispondendo alle chiamate dei centri screening, acquisirà “punti” per avere prodotti (gratuiti? A prezzi competitivi?) come kefir, patate viola, frutta e verdura in generale, borracce, ingressi scontati al museo e a concerti di musica classica, coupon per lezioni di yoga, per l’accesso a piscine e palestre, per un massaggio benessere, ma anche abbigliamento sportivo, articoli per l’igiene personale, kit per il giardinaggio, riviste e libri su salute e crescita.

Non voglio cadere nella trappola della facile ironia e della messa alla berlina di un elenco così eterogeneo e un po’ bislacco di merci. Tuttavia, rimane da capire cosa accadrà a coloro che non acquisiranno punti o li perderanno: in che modo saranno penalizzati? In realtà, la vicenda è molto più seria di quello che potrebbe sembrare ed ha una sua importante dignità scientifica. Come noto, infatti, da diversi decenni ormai, ci si arrovella su come ben indirizzare e utilizzare in modo appropriato le risorse pubbliche (che, per definizione, sono limitate) in sanità. Nel campo della prevenzione, ad esempio, si può decidere di incentivare i comportamenti virtuosi e disincentivare i comportamenti poco corretti (fumo, stili di vita scorretti, alimentazione poco sana, etc.). Io, personalmente, aborro questa soluzione e credo fermamente che sia molto lontana dalla deontologia medica.

Quando si parla di premi per chi è virtuoso (e/o punizioni per chi non lo è), immediatamente viene alla mente il bel racconto di fantascienza dello scrittore statunitense Ward Moore, dal titolo “Caduceus Wild”, che narra di un mondo governato da un’oligarchia medica che utilizza il caduceo come simbolo di comando. In questo futuro distopico, oltre ai documenti di identità è necessario avere con sé un documento sanitario dal quale risultino i controlli effettuati ed il loro esito positivo. Oppure sovviene il più noto “A brave new world” di Aldous Huxley, in cui, nella società del 2540, tutti sono per forza sani e felici e la vecchiaia non esiste, poiché la vita viene interrotta a sessant’anni. In altri termini, pur ritenendo fondamentale la prevenzione, credo che dare premi o punizioni non sia compito dei politici e tantomeno dei medici. Chi decide quando e chi premiare? E in base a quali parametri? E in base a quale autorità? Il medico non dà assoluzioni, non è un giudice, non dà pagelle. Anzi, il medico non deve trascurare i più malati per soccorrere i più giovani e vigorosi, ma, al contrario, è suo dovere prestare la propria opera soprattutto in favore di coloro che ne hanno più bisogno, indipendentemente dalla causa delle loro malattie e dal fatto che, magari, in parte o tutte le cronicità da cui sono affetti dipendono da comportamenti scorretti e da stili di vita migliorabili. Se si vuole trovare il modo di migliorare gli stili di vita e fare prevenzione un metodo ci sarebbe e da queste pagine ne abbiamo parlato molte volte. Pertanto, invito politici e amministratori a far insegnare l’educazione sanitaria ed i principi di buon utilizzo del SSN nelle scuole. Questo darebbe al futuro cittadino gli strumenti per scegliere e per capire i comportamenti da adottare, senza sgradevoli e preoccupanti coercizioni o in base ad una sorta di riffa dai premi discutibili.