Più di una volta mi sono avvicinato al computer con l’idea di scrivere questo editoriale sull’ENPAM e sulle ultime vicende a esso connesse. Ogni volta pensavo che le circostanze da narrare fossero talmente astruse e complesse che, per spiegare tutto in poche righe, avrei dovuto riflettere per qualche tempo. Ora, però, la redazione preme ed è opportuno, per dirla con Paolo Conte, che “seduto in cima a un paracarro”, provi a riflettere e a riassumere quanto è successo. In sostanza, non contenti della riforma di “lacrime e sangue” fatta inghiottire a forza ai Medici e agli Odontoiatri, non contenti dell’andamento perniciosamente altalenante degli investimenti di finanza creativa di alcuni anni fa, il management ENPAM si è inventato di costituire alcune società in house. La prima è ENPAM Real Estate: creata per gestire meglio e in termini fiscalmente più vantaggiosi il patrimonio immobiliare della Fondazione. Peccato che, nonostante il management continui a sbraitare il contrario, qualsiasi contributore voglia prendere in affitto un immobile dell’Ente si trova di fronte un percorso irto di ostacoli e di incertezze che metterebbe in difficoltà anche un Navy Seal statunitense. Più di recente, però (all’incirca un anno fa), sono state costituite altre entità societarie. Innanzitutto la ormai famigerata ENPAM Sicura: una società che avrebbe dovuto erogare ai contributori varie prestazioni, per lo più in campo assicurativo, come la polizza dei primi trenta giorni di malattia, attualmente gestita principalmente da una nota compagnia assicurativa italiana. Inoltre, è stata costituita Salute Mia, una società di mutuo soccorso che avrebbe dovuto fornire ai Medici e agli Odontoiatri una polizza salute particolarmente vantaggiosa. Il problema è che, in febbraio, il Ministero del lavoro non ha approvato il fatto che ENPAM Sicura possa erogare prestazioni assicurative. Questo, sembrerebbe di capire, in quanto tale società non ha le caratteristiche per essere considerata impresa assicurativa. Nel frattempo, senza aspettare il parere dei ministeri competenti, ENPAM Sicura ha assunto oltre quaranta persone e Fondazione ENPAM ha iniziato a erogare un milione e mezzo di euro per la sua creazione. A questo punto le ragioni di chi ha amministrato tali società cominciano a divergere. Il dottor Giacomo Milillo, ex segretario della FIMMG ed ex presidente di ENPAM Sicura subito dopo il dottor Giampiero Malagnino, vicepresidente ENPAM, accusa il dottor Alberto Oliveti di aver cambiato repentinamente idea sulla mission aziendale della società e di aver, di fatto, determinato la dipartita di ENPAM Sicura. I vertici ENPAM accusano invece Milillo di aver gestito male la nuova società e di aver causato a Fondazione ENPAM un danno di oltre 3 milioni di euro. Chi vi scrive è rimasto disgustato da quanto già era evidente dalla lettera relativa a ENPAM Sicura del dottor Milillo (zeppa di velenose accuse), che girava a fine luglio, ma anche dal ritorno della Fondazione (a stare a quanto divulgato dalla stampa, e non smentito) su rischiosi investimenti di tipo finanziario. Per questa ragione, a inizio agosto, sono sceso direttamente in campo e ho chiesto alle Autorità preposte di valutare il commissariamento della Fondazione o, in alternativa, di conoscere tutti i documenti relativi alla costituzione di queste società in house. L’unico presidente di Ordine che ha seguito il mio esempio è stato il dottor Giancarlo Pizza di Bologna. Solo recentemente alcuni sindacati si sono associati alla richiesta di commissariamento della Fondazione. In settembre abbiamo poi tutti letto il nuovo esposto fatto dal dottor Milillo. Ventisette (diconsi 27) pagine di esposto in cui si analizza dettagliatamente tutta la vicenda ed emerge un quadro complessivo davvero poco esaltante. “E’ tutto un complesso di cose che fa sì che io mi fermi qui”, dice Paolo Conte. Nel senso che raccontare ancora più nel dettaglio la vicenda farebbe perdere a tutti molto tempo prezioso. I documenti in Internet cominciano a essere abbondanti e chiunque può farsi un’idea precisa di quanto è successo. Io voglio invece fare il punto della situazione e un commento. La Fondazione ENPAM dovrebbe fare previdenza e assistenza per i Medici e gli Odontoiatri. Nessuno le chiede di mettersi a costituire società, costituire assicurazioni, investire o, peggio, entrare direttamente nella costruzione di prodotti finanziari più o meno a rischio. Ma questi signori hanno chiesto ai contributori che cosa ne pensano? Sono andati in giro per l’Italia a spiegare vantaggi e rischi di questi salti nel buio? Lo sanno che ai medici non interessa nulla chi sia il soggetto che eroga la polizza dei primi trenta giorni e invece sono tutti preoccupati di quanto percepiranno di pensione? Nel 2024 la rendita previdenziale dei contribuiti pensionistici versati dai medici di medicina generale sarà inferiore alla rendita previdenziale attualmente garantita dall’INPS. Nel 2021, la rendita previdenziale dei contribuiti dei liberi professionisti crollerà a poco più del sei per cento, a fronte di versamenti di quasi il venti per cento del reddito. SONO QUESTI GLI ELEMENTI DI CUI PREOCCUPARSI e non curarsi di creare consigli di amministrazione à gogo (con le relative laute prebende) per società dai compiti sempre più astrusi o di investire su improbabili prodotti finanziari. Il cantautore astigiano, assorto nei suoi pensieri, aspettava che sbucasse sullo stradone un improbabile Bartali. Io, spero con qualche chance in più, aspetto che finalmente i Medici e gli Odontoiatri italiani si scuotano dal torpore e si decidano a pretendere che il loro Ente previdenziale e assistenziale faccia semplicemente (e finalmente bene) previdenza e assistenza.
Roberto Carlo Rossi