Archivio per: Editoriale del Presidente

L’insostenibile inutilità dell’informatica lombarda

Nel corso del mese di agosto, durante una chiacchierata con una Collega che, tutti i giorni, esegue esami strumentali in una grande struttura di ricovero milanese, emergeva il risentimento verso il SISS. In poche parole, mi spiegava che ogni giorno è un terno al lotto: qualche volta riesce a pubblicare gli esami e qualche altra volta no. Qualche volta riesce a vedere il fascicolo del paziente e qualche volta no. Qualche volta il sistema non funziona proprio e le blocca anche l’utilizzo delle funzionalità per refertare, etc. Di converso, sul territorio, è quasi inutile dire dell’ovvio e cioè che i medici di famiglia e i pediatri convenzionati passano due terzi del loro tempo davanti al computer, e non per loro scelta.

La semplificazione che non semplifica

ALCUNI GIORNI FA è stato annunciato che nel Decreto “semplificazioni” verrà ammessa la possibilità, per i medici, di certificare la malattia dei lavoratori anche mediante dati clinici constatati con “sistemi di telemedicina”. Per la verità, l’applicazione di tale disposizione, anche quando dovesse essere promulgata, sarebbe poi rimandata a un successivo disciplinare tecnico da emanarsi con apposito, ulteriore, decreto ministeriale. Tuttavia, stupisce che si associ il termine “semplificazione” al fatto che ora si potranno utilizzare strumenti telematici per rilasciare un certificato.

Osservatori attenti

ALCUNI ANNI fa, il mio primo editoriale da Presidente dell’Ordine di Milano fu sull’ENPAM. All’epoca ci lamentavamo del fatto che la Fondazione utilizzasse in maniera, a nostro avviso, del tutto imprudente derivati e altri complessi prodotti finanziari così detti “tossici” e che, comunque, il rendimento del patrimonio fosse, anche così, troppo basso. Si temeva che, vista la nota gobba di uscita dalla professione, che sarebbe avvenuta nel cuore degli Anni Venti del XXI secolo, saremmo finiti in default.

Mobilità dei medici sul territorio

NEL PRIMO editoriale del 2020 denunciavo il comportamento tenuto dal Comune di Milano nei confronti dei medici. Il Comune aveva unilateralmente scelto l’abolizione della validità del pass cartaceo rilasciato dal nostro Ordine di “medico in visita urgente” e senza prevedere alcuna esenzione per le auto dei medici relativamente all’accesso all’area C. In quello scritto, buttato giù nelle prime ore della pandemia che avrebbe poi sconvolto il mondo, osservavo come molti fossero i segnali relativi alla scarsa considerazione nella quale era tenuta la Medicina del Territorio e appunto l’atteggiamento sprezzante del Comune era da annoverarsi tra questi.

La scorciatoia

Un po’ di mesi fa, qualche conoscente ben informato mi riferiva del fatto che i ragazzi che non riuscivano a superare il test di ammissione a Medicina in Italia, avrebbero potuto immatricolarsi all’estero e poi il titolo sarebbe stato loro riconosciuto dalle regioni. Io manifestavo le mie perplessità e, dentro di me, ridevo di cuore...

Rapporto di sfiducia

“La gestione del paziente aggressivo – tecniche di de-escalation”. Ho appena finito di compilare una “scheda di valutazione” di un tutoraggio e questo è uno degli argomenti che abbiamo trattato insieme a un giovane collega. Mi fermo a riflettere e la prima cosa che penso è “chissà cosa avrebbe detto il mio papà” che faceva il mio stesso lavoro, sapendo che oggi un medico inserisce un argomento come questo nel suo curriculum formativo. Alle nostre latitudini, il fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari era quasi sconosciuto fino a pochissimi anni fa. Oggi, purtroppo, questo flagello è arrivato anche da noi insieme a ulteriori fenomeni di insoddisfazione del cittadino nei confronti dei medici (sia ospedalieri sia convenzionati). Infatti, al protocollo dell’Ordine, ricevo circa due-tre esposti al giorno contro Sanitari.

Quando la legge insulta la scienza

LA STAMPA ha dato notizia che il 6 luglio scorso un giudice del Tribunale di Firenze ha sospeso temporaneamente il provvedimento dell’Ordine degli psicologi della Toscana che, a termini di legge, aveva a sua volta sospeso una dottoressa di Pistoia, una psicologa, perché non vaccinata. Oramai siamo abituati alle alterne fortune che gli Ordini hanno allorquando, incaricati di far rispettare una legge dello Stato, si trovano di fronte a sentenze ...

L’insostenibile assurdità della burocrazia

QUELLE che seguono sono alcune riflessioni sulla marea montante di burocrazia che sta letteralmente sommergendo il lavoro di tutti i medici e di tutti gli odontoiatri, sia che operino nel pubblico sia nel privato. Tuttavia, prima di leggere queste mie righe, date un’occhiata all’editoriale di Roberto Anzalone del 2005 (vedi a pagina 4). Sembra scritto oggi! Che prosa lucida, affilata, asciutta. In quegli anni ebbi l’onore di accompagnarlo dall’allora leader della Commissione unica del farmaco (CUF). Il viaggio nella capitale era diretto a lamentarsi dello spazio sempre più ridotto che i medici avevano e hanno a disposizione sui ricettari “rossi” del SSN, di carta filigranata della Zecca di stato.

Occhi ben aperti

Ieri notte ho avuto un incubo. Nel sogno, ero l’amministratore di una piantagione di cotone e venivo malamente licenziato da un nerboruto maggiordomo e dai suoi sgherri. “Perché? ...”, continuavo a chiedere. “Ho sempre lavorato bene!”. “Appunto”, rispondeva il maggiordomo, “questo alla proprietaria non piace”, indicando, con la sua mano avvolta da un morbido guanto bianco, una signora, capelli corti biondo-cenere, elegante, che, ben lontana dai campi dove gli operai faticavano e sudavano sotto al sole cocente, stava sorbendo un tè nel patio ombreggiato di una bella casa coloniale, circondata di servitori e in compagnia di alcuni signori ben vestiti, ma dall’aspetto poco raccomandabile. “E poi”, soggiungeva il maggiordomo, “lei è anche onesto! Si vergogni!”; e a queste parole due energumeni mi buttavano fuori dalla tenuta. Dovrò consultare qualche esperto per capire il significato di quanto ho sognato…, ma forse tutto è dovuto al fatto che faccio le ore piccole a scrivere comunicati, lettere e proteste varie contro quella che è (per me) un’evidente manovra di dismissione (svendita?) della sanità pubblica in generale e del territorio in particolare. Durante la giornata di ieri, parlando con un autorevole Collega, enumeravo una serie di fatti che, a mia interpretazione, vanno tutti nello stesso senso; e forse questa è anche la ragione dell’incubo che ha scosso la mia nottata. Vi voglio fare partecipi delle mie riflessioni.

Il giro di boa

ECCOCI all’ennesimo “giro di boa”: con la DGR XI/4811 del 31 maggio 2021, la Giunta regionale lombarda invia al Consiglio regionale le linee di sviluppo della Legge regionale 23/2015, che riformava la riforma determinata dalla Legge 31 del 1997 che, peraltro, era già stata riformata una prima volta dalla Legge regionale 33 del 2009… Eh, lo so, c’è da farsi venire il mal di testa… Non mi addentrerò nei contenuti della Delibera di Giunta, ma una cosa risalta anche a una prima lettura: le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) guideranno contemporaneamente l’ospedale e il territorio (compresi i dipartimenti di prevenzione). Ci risiamo! Chi arriva al timone e sostituisce sulla tolda un precedente comandante viene preso da un’incoercibile pantoclastia. Sono anni che cerchiamo di svincolare il territorio dall’ospedale e non ci riusciamo e la nuova Giunta che cosa propone? Di rimettere insieme l’ospedale, il territorio e la prevenzione, facendoci ripiombare nel secolo scorso.

Il tifone all’orizzonte

Il Capitano MacWhirr nell’indimenticabile “Typhoon” di Joseph Conrad intuisce perfettamente che di lì a poco si abbatterà una terribile tempesta sul Nan-Shan, il piroscafo di cui ha il comando. Tuttavia, pervicacemente, stolidamente (noi diremmo: in maniera gravemente imperita!), non fa cambiare la rotta e preferisce affrontare la furia del mare piuttosto che perdere tempo e seguire i consigli di Jukes, il suo Secondo. Vedo l’inizio della campagna vaccinale anti-CoViD19 e mi pare di vedere il Nan-Shan che si avvicina pericolosamente alla tempesta che si profila all’orizzonte. I segnali premonitori ci sono tutti: la campagna per la vaccinazione antinfluenzale è stata un misto di enormi ritardi e incompetenza. Poi, contro la SARS-CoV2, si è partiti a vaccinare i medici dipendenti e convenzionati ma si sono trascurati i liberi professionisti e gli odontoiatri che, solo in un secondo tempo e dopo infinite insistenze, sono stati immunizzati.

Più tutele e meno eroismo

Quando sento dire che i medici sono degli eroi, mi viene sempre in mente quella ballata di Bob Dylan (Hero Blues) in cui la sua ragazza vorrebbe che lui partisse per la guerra per andare a vantarsi con le amiche di avere un compagno “eroe”. Ma lui, saggiamente, osserva: “You need a different kind of man, babe; You need Napoleon Boneeparte; Well, when I’m dead; No more good times will I crave; You can stand and shout hero; All over my lonesome grave” [Hai bisogno di un differente tipo di uomo, ragazza, hai bisogno di Napoleone Bonaparte. Bè, quando sarò morto non desidererò più tempi migliori. Tu starai in piedi sulla mia tomba solitaria a gridare “eroe”]. Già dalla primavera, quando tutti ci chiamavano “eroi”, ho messo in evidenza alcuni problemi importanti che si sarebbero verificati di lì a poco. Uno di questi, prevedevo, sarebbe stato il problema della responsabilità medica. Ora siamo in autunno e ho già avuto notizia di diverse accuse (di solito ingiuste) di malpractice dirette contro medici ospedalieri o del territorio, in merito all’assistenza data a pazienti che si sono ammalati e/o sono deceduti per COVID-19. Perciò, anche in questo campo, la tempesta è annunciata e non vorrei mai profferire la celeberrima frase attribuita a Socrate: “Tanto tuonò che piovve”.

L’autunno sta arrivando…

Giancarlo Buccheri, Nicola Cocucci, Gianfranco D’ambrosio, Carmela Laino, Roberto Mario Lovotti, Alberto Pollini, Guido Retta, Mario Ronchi, Gerardo Fabio Rubino, Alberto Santoro, Giovanni Stagnati, Carlo Vergani, Marzio Carlo Zennaro. Questi nomi sono un pesante “J’accuse” che noi rivolgiamo a tutti, indistintamente: nazione, regione ed enti locali: sono i Medici e gli Odontoiatri milanesi deceduti per coronavirus. Oltre a questi Colleghi ce ne sono tanti altri che si sono ammalati. Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, è morto l’11 marzo 2020 a causa del coronavirus. Il 21 febbraio ero seduto al suo fianco, durante la riunione del Comitato Centrale a Roma. Abbiamo chiacchierato, parlato e riso assieme per diverse ore. Ripenso a quel giorno: probabilmente si è contagiato subito dopo, probabilmente mi è andata bene, io non ve lo so dire. Il mattino in cui mi hanno comunicato la sua morte me lo ricordo ancora. Domenica 23 febbraio ho mandato la prima lettera alla Regione Lombardia per raccomandare alcuni semplici interventi da fare ...

A futura memoria

Avevo già scritto l’editoriale sulla risposta che il Comune di Milano ha dato in merito ai pass che l’Ordine distribuiva ai medici in visita urgente. In pratica, con decisione unilaterale e comunicata solo dopo nostra richiesta di chiarimenti, ci è stato detto che questi pass non verranno più riconosciuti dal Comune. Dopo quanto è successo in merito all’epidemia da coronavirus, ho riscritto tutto. Come potete constatare, in questo incipit, ho intenzionalmente violato le regole di un buon articolo giornalistico. I “comunicatori”, infatti, suggeriscono di chiarire subito il tema e le coordinate spazio-temporale di ciò che poi si andrà a trattare. Ma l’ho fatto apposta, poiché penso che l’atteggiamento del Comune di Milano, espresso in tempi non sospetti e su un argomento che nulla ha a che fare con ciò che stiamo vivendo in questi giorni, la dica lunga su come le istituzioni considerino i medici e gli odontoiatri che operano negli ospedali e sul territorio!

Son content come on ratt

L’Arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini ha scritto una lettera ai medici per il 18 ottobre, giorno dedicato a San Luca Evangelista, patrono dei medici stessi. In questa lettera e nella video-intervista che l’accompagna (entrambe pubblicate sul nostro sito e su www.chiesadimilano.it), l’Arcivescovo manifesta la sua vicinanza e la sua stima alla comunità dei medici e fa mostra di comprenderne l’affaticamento professionale dovuto a molteplici fattori. Al di là delle scontate differenze di credo e di opinioni personali all’interno della comunità medica e odontoiatrica ambrosiana, credo sia opportuno non lasciare cadere nel vuoto questo scritto e le parole pronunciate nell’intervista. Infatti, è sicuramente la prima volta che, in tempi recenti, viene manifestata prossimità ai problemi che affliggono la nostra professione e da una voce così autorevole. A questo proposito, Monsignor Delpini ricorda innanzi tutto ai pazienti che i medici, nonostante il loro impegno, non dispongono di bacchette magiche che possano togliere malattie e morte.

Una sfida antica: il nuovo rapporto medico-“esigente”

In questi ultimi tempi mi è capitato di riflettere più e più volte su che cos’è la medicina e che cos’è e che cosa fa il medico. L’occasione si è presentata a margine del lungo e complesso lavoro compiuto con gli “Stati Generali della Medicina” che, con coraggio, la FNOMCeO sta portando avanti. Dico “con coraggio” perché questo complesso esercizio deve o dovrebbe portare a ridisegnare e a riconsiderare la figura del medico nei confronti della società, dei media e della politica e, come si può intuire, l’impresa si annuncia davvero titanica. Come noto, alla base del ragionamento che la Federazione sta compiendo vi sono le “100 tesi” scritte da Ivan Cavicchi, il sociologo e filosofo che molte volte si è occupato del mondo medico e che ha suscitato e suscita sia intense antipatie sia sincere simpatie per le sue posizioni franche e originali, ma non sempre del tutto condivisibili. Il ragionamento che egli fa è molto complesso e articolato, ma si può, forse, provare a riassumere così: nel rapporto medico-paziente tutto è cambiato. I medici (e, forse, la medicina) devono prenderne atto e trovare quindi una strada nuova da percorrere che riporti il medico stesso al suo giusto posto nella scala sociale.

Lo strano caso del Dott. Jekyll e del Sig. Hyde

Ho appena assistito in prima persona alla bella e partecipata riunione di tutte le professioni sanitarie svoltasi a Roma, molto ben organizzata dalla FNOMCeO, a tratti, perfino entusiasmante, in cui lo slogan principale era, in sostanza, “Italia non ci abbandonare”. Come noto, tutto è nato in conseguenza ai rumors sulle trattative più o meno riservate relative al così detto “regionalismo differenziato” e abbiamo appreso dalla stampa ciò che Lombardia, Emilia Romagna e Veneto hanno in animo di fare in campo sanitario. Una sorta di quasi totale svincolo dal SSN. D’altra parte, c’è poco da meravigliarsi. Sono anni che sentiamo parlare della voglia di autonomia di alcune regioni. Oltretutto, in un recente referendum, i cittadini lombardi si sono espressi in maniera decisa per l’autonomia. Tutti questi eventi, però, hanno avuto su di me uno strano effetto ed ora, ahimè, mi sento un po’ come il famoso personaggio di Robert Louis Stevenson. Come ricorderete, il distinto e rispettato Dott. Henry Jekyll, medico e scienziato della nebbiosa Londra vittoriana, convinto che in ogni uomo alberghi anche una parte oscura (Sigmund era solo sei anni più giovane di Robert Louis!), elabora una pozione per liberarla e la prova su sé stesso dando vita al terribile e ributtante Mister Hyde.

Dedicato ai Medici e agli Odontoiatri della Regione Lombardia

Questa è una storia epica! Sì, lo so, penserete: “sta esagerando!”. Tuttavia, questa volta è successa una cosa che non ho intenzione di passare sotto silenzio. Andiamo per ordine. "A long time ago in a galaxy far, far away..." un Assessore volle a tutti i costi far passare una “riforma” che, nelle sue intenzioni, sarebbe dovuta passare alla storia. I suoi efficientissimi uffici possono fare una fotografia precisa dei malati del suo territorio. Grazie al lavoro certosino svolto nel passato, si sa quanti si ammaleranno di una data patologia ogni anno. Si sa anche (più o meno) quali sarebbero gli esami e le cure che la letteratura internazionale prescrive per quelle date patologie croniche ed anche quelli eseguiti in media dai pazienti negli anni precedenti. Si conosce anche la spesa sostenuta nel passato e di quanto si potrebbe contrarre se tutto il processo fosse governato a dovere. Allora che ti pensano i funzionari?

Incompatibilità e limitazioni hanno senso nel SSN 2.0?

La neo-ministro e collega dott.ssa Giulia Grillo, sul proprio blog, ha diffuso alcune dichiarazioni nelle quali si correlano le liste di attesa con la mancanza di controlli (o presunta tale) sull’attività intramoenia dei medici ospedalieri. Alle dichiarazioni è seguita una prima circolare ministeriale con l’intento di chiedere urgenti e puntuali informazioni alle Regioni. Tralasciamo ora di analizzare la (falsa) correlazione tra liste di attesa e libera professione. Vorrei invece focalizzare queste righe sul fatto che le incompatibilità e le limitazioni alla libera professione sono sorelle e figlie di un piccolo mondo antico che non esiste più. Sono vecchi strumenti (ideologici) del passato che, in un futuro molto prossimo, sarà ben difficile, se non impossibile, mantenere. Sì, lo so, sto attaccando un moloch, un tabù per molti intoccabile. Ma io ne parlo lo stesso, perché credo fermamente che sia giunto il momento di rimettere in discussione questo concetto, visti i tempi.

La riforma degli Ordini: un “temporale” in un bicchier d’acqua

In “Temporale”, uno dei più famosi “drammi da camera” di August Strindberg, si aspetta con ansia lo scoppio del temporale, che invece sembra non voler mai arrivare. Il commediografo svedese utilizza un fenomeno atmosferico come metafora dell’opportuna conclusione di quanto di drammatico è accaduto nella vita dei personaggi. Dopo aver aspettato e tollerato tanto, la situazione si è incancrenita ma ora la “crisi” che si profila all’orizzonte (atmosferica e narrativa) sembra finalmente risolutiva. Tuttavia, nel dramma, il temporale alla fine scoppia e la vicenda, a suo modo, giunge ad una conclusione. Abbiamo aspettato per molti lustri una legge di riforma degli ordini sanitari.

Ai miei “venticinque lettori”…

Le imminenti elezioni ordinistiche milanesi sono caratterizzate da un elemento del tutto nuovo: l’utilizzo aggressivo e disinvolto del comunicato stampa, delle dichiarazioni sui social, dell’articolo di giornale. E’ una marea montante di maldicenze, di illazioni, di accuse più o meno esplicite che ottiene, innanzi tutto, l’obiettivo di sommergere di fango un ente pubblico che dovrebbe invece essere portato a esempio di buona amministrazione e dinamicità. E’ difficile, se non impossibile, sottrarsi a questo gioco perverso. In vicinanza della scadenza elettorale, poi, i toni diventano sempre più aspri e le allusioni e le accuse sempre più infide e torbide. La politica, anche in questo, tenta di imporre al nostro mondo professionale i suoi modelli e gli astrusi e feroci dibattiti televisivi, in cui l’unica cosa chiara è che tutti sono contro tutti, e sembrano diventati parte di una competizione che, invece, dovrebbe essere basata sui contenuti, su ciò che si è fatto e che si vorrà fare.

La strada della pillola rossa

POCHI GIORNI FA ho partecipato a un incontro con diversi colleghi Direttori di reparti ospedalieri di un noto nosocomio milanese. Il tema era una chiacchierata informale sulle DGR lombarde di presa in carico della cronicità. Le critiche emerse al riguardo sono state diverse, soprattutto dirette al fatto che il personale medico (e non solo) è sempre di meno e preoccupa davvero la possibilità di sobbarcarsi anche corsie preferenziali di cronici che devono eseguire in tempi rapidi alcuni esami e visite specialistiche. Accanto a chi era perplesso ci sono anche (poche) voci favorevoli o meno critiche, soprattutto dovute al fatto che così, seguendo percorsi predeterminati per le singole patologie, potrebbe aumentare di molto l’appropriatezza (ma di sicuro diminuirebbe la libertà del cittadino e del suo terapeuta, commento io). In particolare, mi ha colpito quanto detto da un autorevole collega, che più o meno suonava così: fidiamoci di quanto fatto dalla Regione poiché così si seguiranno sempre di più i percorsi diagnostico-terapeutici, si ridurranno gli esami inutili e quindi gli sprechi.

Rapporto di sfiducia

Il Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia ha recentemente pubblicato, nell’indifferenza generale, una discutibile (a dir poco) Delibera di Giunta Regionale (DGR), la numero X/5765, che, di fatto, legittima le registrazioni che il paziente fa all’insaputa del personale sanitario, ma stigmatizza le registrazioni occulte che vengono fatte per evidenziare le manchevolezze delle strutture sanitarie. Il documento di lavoro allegato alla DGR, approvato all’unanimità dalla Giunta lombarda, inizia con l’analizzare in maniera dettagliata i tipi di registrazione del rapporto medico-paziente. Si catalogano i tipi di luoghi ove le registrazioni possono avvenire, i diversi tipi di registrazione e si analizza il dibattito internazionale e il quadro giurisprudenziale relativo alle registrazioni che il paziente fa all’insaputa del medico, che vengono definite pudicamente “registrazioni covert”

L’ENPAM faccia bene l’ENPAM

Più di una volta mi sono avvicinato al computer con l’idea di scrivere questo editoriale sull’ENPAM e sulle ultime vicende a esso connesse. Ogni volta pensavo che le circostanze da narrare fossero talmente astruse e complesse che, per spiegare tutto in poche righe, avrei dovuto riflettere per qualche tempo. Ora, però, la redazione preme ed è opportuno, per dirla con Paolo Conte, che “seduto in cima a un paracarro”, provi a riflettere e a riassumere quanto è successo. In sostanza, non contenti della riforma di “lacrime e sangue” fatta inghiottire a forza ai Medici e agli Odontoiatri, non contenti dell’andamento perniciosamente altalenante degli investimenti di finanza creativa di alcuni anni fa, il management ENPAM si è inventato di costituire alcune società in house. La prima è ENPAM Real Estate: creata per gestire meglio e in termini fiscalmente più vantaggiosi il patrimonio immobiliare della Fondazione.

La visita “sospesa”

A Napoli, è usanza che l’avventore, al bar, paghi due caffè: uno lo beve e il secondo lo lascia offerto (“sospeso”) a chi è meno fortunato e non può permetterselo. Chi è bisognoso entra in un bar e chiede se c’è un caffè sospeso e se gli viene risposto di sì, se lo trova pagato. Dopo i caffè ci si è messo un famoso chef stellato: in una serie di ristoranti si paga il conto e si lasciano offerte che la Caritas trasforma in ticket da 10 euro per chi ha fame. Ora si è inaugurata a Milano, la visita medica "sospesa", destinata a chi non può pagarsi lo specialista o gli esami o le cure prescritte. L'iniziativa nasce grazie ad un centro medico privato che collabora con una onlus e con altre associazioni di volontariato, ma il fenomeno è notevole sotto diversi punti di vista. Innanzi tutto dal punto di vista del costume, perché è certamente una cosa buona e da ricordare che una bella tradizione come quella partenopea venga ribaltata alle nostre latitudini su chi ha bisogno di diagnosi e cure mediche e non se le possa permettere

Linee guida e progresso scientifico

Le scoperte scientifiche sono spesso frutto del caso, anche se è poi indispensabile l’intelligenza dello scienziato per cogliere e interpretare un determinato fenomeno e poi provare a riprodurre quanto di nuovo si è osservato cercando di spiegarne le cause e sfruttando al meglio ciò che si pensa di aver capito. Le cronache ci raccontano che la sera dell’8 novembre 1895, Conrad Roentgen stava studiando i raggi catodici e la natura della strana fluorescenza verde che si produceva su uno schermo rivestito da platinocianuro di bario al passaggio della corrente in un tubo catodico, ancorché rivestito di una copertura nera. Sappiamo come Roentgen fosse daltonico e come, per vedere meglio tale fluorescenza, fosse costretto a schermare accuratamente la stanza in cui lavorava con carte e teli neri. Ebbene, il Fisico notò casualmente che nel momento in cui l’elettricità veniva fatta passare nel tubo catodico, diventava brillante la lettera A tracciata da uno studente con la soluzione di platinocianuro di bario su un foglio lasciato in laboratorio

L’Ordine di Milano in difesa dell’Articolo 32 della Costituzione

Batteria di pentole a soli 298 euro e aggiungi quello che vuoi! Approfitta dell’offerta del mese con soli 298 euro e avrai: batteria di pentole più in regalo un TV color 32” oppure un tablet oppure una lavatrice. Approfittane subito. Questo recita una reclame di una ben nota marca di accessori per la casa. La casalinga che legge la pubblicità poco sa sulla qualità delle pentole in offerta, sa solo che costano poco, che la reclame è simpatica e poi… si parla solo di pentole, affare fatto! Ora viene da domandarsi: questo modo di pubblicizzare un prodotto o una attività può essere trasferito in ambito della salute? Un paziente può essere indotto a scegliere un medico o una terapia in base alla stessa logica commerciale dell’acquisto di alcune pentole?

Fumo, polvere e nebbia

Lo scorso anno, durante le elezioni, qualcuno, da Roma, aveva tentato di colpire l’Ordine di Milano facendo precipitare il quorum. Gli è andata male. I medici hanno risposto e sono venuti a votare. Un po’ di acqua è passata sotto i ponti e in questo anno trascorso dalle ultime elezioni l’OMCeO Milano non si è risparmiato: critiche costruttive a livello nazionale (su ENPAM, Federazione, Ministero, politici, etc…) ne sono state fatte tante; ma soprattutto, a livello locale, temo di aver pestato qualche piede di troppo dicendo, anche nello scorso mese di agosto, quello che penso sulla riforma lombarda. Ora, guarda un po’, esce un articolone su un noto giornale milanese che vuole mettere in croce l’ordine meneghino. L’articolo si basa su due presupposti: “compenso da 200mila euro al direttore generale dell’Ordine: scoppia la polemica”: questo titolo non risponde a verità. Quattro consiglieri ospedalieri su 15 si oppongono a questo “immorale” sperpero, mentre gli spreconi sarebbero “in quota medici di famiglia”. Anche queste affermazioni sono false

Le molte insidie della “medicina di iniziativa”

“Caecus caeco dux” è uno degli “adagi” riportati da Erasmo da Rotterdam. Il proverbio si rifà al celeberrimo brano del Vangelo secondo San Matteo (15; 14) che riporta la parabola, appunto, dei ciechi che guidano altri ciechi: il risultato sarà certamente rovinoso: “Sinite illos: caeci sunt, duces caecorum. Caecus autem si caeco ducatum praestet, ambo in foveam cadent”. Il richiamo alla parabola evangelica sembra essere automatico nel considerare quanto alcuni colleghi sindacalisti “di vaglia” e alcuni politici si sgolano, in questi ultimi mesi, nell’invocare la “medicina di iniziativa” che viene interpretata come la necessaria evoluzione del nostro sistema sanitario nazionale e regionale nelle loro articolazioni territoriali, giudicati oramai non più all’altezza delle aspettative. Voglio subito affermare che io non condivido tale giudizio negativo.

Medici e infermieri: perché non interviene la FNOMCeO?

Tutti abbiamo letto il “comma 566” della Legge di Stabilità (L 190 del 23 dicembre 2014), nonché le dichiarazioni del presidente nazionale IPASVI del 30 dicembre 2014 dalle colonne di Quotidiano Sanità. La senatrice Silvestro è del parere che la legge abbia “finalmente” sancito che “il processo diagnostico-terapeutico è di competenza del medico, mentre quello assistenziale è di competenza dell’infermiere”. “Si tratta anche” – aggiunge – “di un’importante occasione per una riorganizzazione del lavoro nelle strutture pubbliche dove il dispiegamento delle potenzialità delle diverse professioni, a cominciare proprio da quella infermieristica, può consentire di recuperare efficienza e appropriatezza nella risposta sociosanitaria”. Sul punto è già intervenuto Ivan Cavicchi, sempre su Quotidiano Sanità, in maniera come sempre illuminante. La prima considerazione che viene spontanea è la seguente: il comma 566 appare, come molte leggi italiane, generico e fumoso (forse lo è volutamente).

FERMIAMO IL NULLA CHE AVANZA!

Vi ricordate il romanzo fantasy di Michael Ende? Bastian è un bimbo che si immerge nella lettura di un libro e si ritrova a dover difendere il regno di Fantàsia dal Nulla che avanza. Ebbene, qualcosa del genere potrebbe succedere a Milano. Infatti, sono prossime le elezioni dell’Ordine dei Medici di Milano. Si terranno il 15, il 16 e il 17 novembre 2014 (dalle 9 alle 22). Siamo ormai certi che i “poteri forti” che da sempre non vedono di buon occhio l’Ordine di Milano, siano ora davvero imbufaliti. Non solo l’OMCeO MI continua nelle battaglie che i suoi passati Presidenti hanno sempre condotto da trent’anni a questa parte. Ma ora, forse complice la (relativamente) giovane età degli eletti, l’Ordine è sempre sulla stampa e perfino in televisione!“, “Se lo lasciamo fare” si devono essere detti questi sinistri signori “romani”, “finisce che il Presidente di Milano mette a rischio le nostre cadreghe e i nostri centri di potere, così faticosamente conquistati!”. E così si sono pensati una (folle) soluzione: “questa volta non facciamo scendere in campo nessuno, così gli facciamo mancare il quorum”. Ora io non so se questa idea la porteranno fino in fondo e se davvero, fino all’ultimo, vi terranno fede. Ma so che se manca il quorum, dopo alcune tornate elettorali il rischio di commissariamento diventa reale e comunque diventerebbero

«RITRATTO DI BUROCRATI ASSERVITI ALLA LEGGE»

Un medico il cui profilo professionale viene disegnato da qualcun altro: l'ordinamento universitario e le regole organizzative e gestionali imposte da Regioni e Asl. Un medico burocrate, acriticamente asservito alle leggi e al potere statalista. È questa la figura di professionista che, purtroppo, sembra trasparire dalla lettura di alcuni passaggi del nuovo Codice di deontologia medica. Fin dall’inizio, il processo di revisione del Codice di deontologia medica non ha convinto. Non se ne intravedeva e non se ne capisce davvero la necessità. La professione non è di certo così radicalmente cambiata in otto anni; e comunque, se si fosse sentita urgente la necessità di cambiare alcuni passaggi per adeguarli meglio all’assetto legislativo corrente e/o aggiungere due o tre articoli, si sarebbero potute mettere in atto queste operazioni senza una riscrittura radicale e ab ovo del Codice stesso. In ogni caso, come sempre, l’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Milano ha deciso di mettersi in gioco e di partecipare in pieno al dibattito di revisione del Codice. Purtroppo, il testo elaborato contiene almeno due punti...

PUBBLICITA’ “OBIETTIVO RISARCIMENTO” POSIZIONE DELL’ORDINE DI MILANO

Questo Ordine professionale riceve molte rimostranze da parte di suoi iscritti in merito alla pubblicità che viene fatta da “Obiettivo Risarcimento”. Come noto, lo spot pubblicitario, con vari tipi di messaggi, propaganda la possibilità di ottenere (importanti) risarcimenti da medici e odontoiatri anche a molti anni di distanza dal loro intervento. La vicenda è nota ed è già stata oggetto di un intervento della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri nell’agosto 2012 (che alleghiamo). Intervento vano, poiché lo spot prosegue imperterrito sulle maggiori reti nazionali.

IN MEMORIA DEL DOTT. ROBERTO ANZALONE

Devo dare la triste notizia della morte del grande Roberto Anzalone. Poche parole per ricordarlo: lui, penso, non vorrebbe sproloqui o lunghe commemorazioni! Innanzi tutto, ricordo che molti di noi hanno un debito di riconoscenza grandissimo verso Roberto. Personalmente, se oggi posso dare voce ai problemi dei Colleghi, se oggi ho il ruolo che ricopro, lo devo in primis a lui.

PEC GOVERNATIVA: IL MONDO ALLA ROVESCIA ?

Caro Presidente Bianco, Con Tua del 5 agosto u.s., rispondendo al mio appello, mi confermasti l’impegno della Federazione affinché anche gli indirizzi postacertificata@gov.it potessero essere utilizzati anche dai professionisti, come contributo per il raggiungimento dell’obbiettivo che tutti condividiamo. Mi permetto, tuttavia, di osservare quanto segue: L’art. 16 bis del DL 29 novembre 2008 n. 185 convertito con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009 n. 2. Tale norma intitolata “Misure di semplificazione per le famiglie e per le imprese” al comma V testualmente recita: “Per favorire la realizzazione degli obbiettivi di massima diffusione delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni previsti dal codice dell’amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005 n. 82, ai cittadini che ne fanno richiesta è attribuita una casella di posta elettronica certificata.

in merito al restyling semantico del nuovo Codice Deontologico

Caro Presidente Amedeo Bianco, Gent.li Colleghi, leggo un interessante articolo sul Corriere della Sera del 21 agosto 2013 relativo al “restyling semantico” dell’approvando nuovo Codice Deontologico, articolo in cui, tra le altre cose, si magnifica la moderna e progressista conquista del chiamare il paziente “persona assistita”. Ho già manifestato le mie forti perplessità sul testo del nuovo Codice, anche a nome del Consiglio che ho l’onore di presiedere.

ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA. BOTTA E RISPOSTA CON LA FNOMCEO

Caro Presidente, faccio riferimento, anche a nome unanime del Consiglio che presiedo, alla Tua circolare n° 33 dell’8 maggio u.s. La circolare è già stata oggetto di giuste osservazioni del Presidente dell’Ordine di Terni, che pienamente condivido. Tuttavia, ritengo fondamentale che si rifletta ulteriormente sui Medici dipendenti che svolgono attività liberoprofessionale intramuraria e finanche su coloro che non svolgono attività liberoprofessionale.

Certificazioni rilasciate in favore di bimbi ammalati che hanno necessità di assistenza parentale – L’Ordine scrive alla FNOMCeO

Caro Presidente, Ti scrivo, anche su mandato del Consiglio, in seguito al fatto che diversi Colleghi (soprattutto Pediatri di Libera Scelta, ma non solo) ed alcuni datori di lavoro si sono rivolti all’Ordine di Milano per presentare le criticità introdotte dalla interpretazione della novella legislativa riportata nella Tua circolare come all’oggetto, segnatamente in merito alle certificazioni rilasciate in favore di bimbi ammalati che hanno necessità di assistenza parentale.

Spending review

Caro Presidente, come ben sai, la pubblicazione e la successiva entrata in vigore il 15 agosto 2012 della normativa sulla così detta spending review ed in particolare dell'articolo 15 comma 11-bis DL 6 luglio 2012 n°95 come convertito dalla Legge 7 agosto 2012 n° 135 (GU n.189 del 14-8-2012 - Suppl. Ordinario n. 173) mette in campo la prescrizione per principio attivo per le terapie croniche di nuova diagnosi e per “un nuovo episodio di patologia non cronica”.