Archivio per: Editoriale del Presidente

L’insostenibile inutilità dell’informatica lombarda

Nel corso del mese di agosto, durante una chiacchierata con una Collega che, tutti i giorni, esegue esami strumentali in una grande struttura di ricovero milanese, emergeva il risentimento verso il SISS. In poche parole, mi spiegava che ogni giorno è un terno al lotto: qualche volta riesce a pubblicare gli esami e qualche altra volta no. Qualche volta riesce a vedere il fascicolo del paziente e qualche volta no. Qualche volta il sistema non funziona proprio e le blocca anche l’utilizzo delle funzionalità per refertare, etc. Di converso, sul territorio, è quasi inutile dire dell’ovvio e cioè che i medici di famiglia e i pediatri convenzionati passano due terzi del loro tempo davanti al computer, e non per loro scelta.

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La semplificazione che non semplifica

ALCUNI GIORNI FA è stato annunciato che nel Decreto “semplificazioni” verrà ammessa la possibilità, per i medici, di certificare la malattia dei lavoratori anche mediante dati clinici constatati con “sistemi di telemedicina”. Per la verità, l’applicazione di tale disposizione, anche quando dovesse essere promulgata, sarebbe poi rimandata a un successivo disciplinare tecnico da emanarsi con apposito, ulteriore, decreto ministeriale. Tuttavia, stupisce che si associ il termine “semplificazione” al fatto che ora si potranno utilizzare strumenti telematici per rilasciare un certificato.

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Osservatori attenti

ALCUNI ANNI fa, il mio primo editoriale da Presidente dell’Ordine di Milano fu sull’ENPAM. All’epoca ci lamentavamo del fatto che la Fondazione utilizzasse in maniera, a nostro avviso, del tutto imprudente derivati e altri complessi prodotti finanziari così detti “tossici” e che, comunque, il rendimento del patrimonio fosse, anche così, troppo basso. Si temeva che, vista la nota gobba di uscita dalla professione, che sarebbe avvenuta nel cuore degli Anni Venti del XXI secolo, saremmo finiti in default.

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Mobilità dei medici sul territorio

NEL PRIMO editoriale del 2020 denunciavo il comportamento tenuto dal Comune di Milano nei confronti dei medici. Il Comune aveva unilateralmente scelto l’abolizione della validità del pass cartaceo rilasciato dal nostro Ordine di “medico in visita urgente” e senza prevedere alcuna esenzione per le auto dei medici relativamente all’accesso all’area C. In quello scritto, buttato giù nelle prime ore della pandemia che avrebbe poi sconvolto il mondo, osservavo come molti fossero i segnali relativi alla scarsa considerazione nella quale era tenuta la Medicina del Territorio e appunto l’atteggiamento sprezzante del Comune era da annoverarsi tra questi.

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La scorciatoia

Un po’ di mesi fa, qualche conoscente ben informato mi riferiva del fatto che i ragazzi che non riuscivano a superare il test di ammissione …

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Rapporto di sfiducia

“La gestione del paziente aggressivo – tecniche di de-escalation”. Ho appena finito di compilare una “scheda di valutazione” di un tutoraggio e questo è uno degli argomenti che abbiamo trattato insieme a un giovane collega. Mi fermo a riflettere e la prima cosa che penso è “chissà cosa avrebbe detto il mio papà” che faceva il mio stesso lavoro, sapendo che oggi un medico inserisce un argomento come questo nel suo curriculum formativo. Alle nostre latitudini, il fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari era quasi sconosciuto fino a pochissimi anni fa. Oggi, purtroppo, questo flagello è arrivato anche da noi insieme a ulteriori fenomeni di insoddisfazione del cittadino nei confronti dei medici (sia ospedalieri sia convenzionati). Infatti, al protocollo dell’Ordine, ricevo circa due-tre esposti al giorno contro Sanitari.

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Quando la legge insulta la scienza

LA STAMPA ha dato notizia che il 6 luglio scorso un giudice del Tribunale di Firenze ha sospeso temporaneamente il provvedimento dell’Ordine degli psicologi della Toscana che, a termini di legge, aveva a sua volta sospeso una dottoressa di Pistoia, una psicologa, perché non vaccinata. Oramai siamo abituati alle alterne fortune che gli Ordini hanno allorquando, incaricati di far rispettare una legge dello Stato, si trovano di fronte a sentenze …

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L’insostenibile assurdità della burocrazia

QUELLE che seguono sono alcune riflessioni sulla marea montante di burocrazia che sta letteralmente sommergendo il lavoro di tutti i medici e di tutti gli odontoiatri, sia che operino nel pubblico sia nel privato.
Tuttavia, prima di leggere queste mie righe, date un’occhiata all’editoriale di Roberto Anzalone del 2005 (vedi a pagina 4). Sembra scritto oggi! Che prosa lucida, affilata, asciutta. In quegli anni ebbi l’onore di accompagnarlo dall’allora leader della Commissione unica del farmaco (CUF). Il viaggio nella capitale era diretto a lamentarsi dello spazio sempre più ridotto che i medici avevano e hanno a disposizione sui ricettari “rossi” del SSN, di carta filigranata della Zecca di stato.

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Occhi ben aperti

Ieri notte ho avuto un incubo. Nel sogno, ero l’amministratore di una piantagione di cotone e venivo malamente licenziato da un nerboruto maggiordomo e dai suoi sgherri. “Perché? …”, continuavo a chiedere. “Ho sempre lavorato bene!”. “Appunto”, rispondeva il maggiordomo, “questo alla proprietaria non piace”, indicando, con la sua mano avvolta da un morbido guanto bianco, una signora, capelli corti biondo-cenere, elegante, che, ben lontana dai campi dove gli operai faticavano e sudavano sotto al sole cocente, stava sorbendo un tè nel patio ombreggiato di una bella casa coloniale, circondata di servitori e in compagnia di alcuni signori ben vestiti, ma dall’aspetto poco raccomandabile. “E poi”, soggiungeva il maggiordomo, “lei è anche onesto! Si vergogni!”; e a queste parole due energumeni mi buttavano fuori dalla tenuta. Dovrò consultare qualche esperto per capire il significato di quanto ho sognato…, ma forse tutto è dovuto al fatto che faccio le ore piccole a scrivere comunicati, lettere e proteste varie contro quella che è (per me) un’evidente manovra di dismissione (svendita?) della sanità pubblica in generale e del territorio in particolare. Durante la giornata di ieri, parlando con un autorevole Collega, enumeravo una serie di fatti che, a mia interpretazione, vanno tutti nello stesso senso; e forse questa è anche la ragione dell’incubo che ha scosso la mia nottata. Vi voglio fare partecipi delle mie riflessioni.

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Il giro di boa

ECCOCI all’ennesimo “giro di boa”: con la DGR XI/4811 del 31 maggio 2021, la Giunta regionale lombarda invia al Consiglio regionale le linee di sviluppo della Legge regionale 23/2015, che riformava la riforma determinata dalla Legge 31 del 1997 che, peraltro, era già stata riformata una prima volta dalla Legge regionale 33 del 2009… Eh, lo so, c’è da farsi venire il mal di testa… Non mi addentrerò nei contenuti della Delibera di Giunta, ma una cosa risalta anche a una prima lettura: le Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST) guideranno contemporaneamente l’ospedale e il territorio (compresi i dipartimenti di prevenzione). Ci risiamo! Chi arriva al timone e sostituisce sulla tolda un precedente comandante viene preso da un’incoercibile pantoclastia. Sono anni che cerchiamo di svincolare il territorio dall’ospedale e non ci riusciamo e la nuova Giunta che cosa propone? Di rimettere insieme l’ospedale, il territorio e la prevenzione, facendoci ripiombare nel secolo scorso.

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