Metà degli italiani vittima inconsapevole per incompetenza
I Medici Chirurghi e Odontoiatri dell’Ordine di Milano oggi a lezione di ‘complottismo’
Medicina, quando le ‘balle’ da spaziali diventano reali
Gli esperti: “È crollata la fiducia nelle Istituzioni medico-scientifiche”
In Italia circa il 46% della popolazione ammette di essere occasionalmente esposta a notizie false. Rossi: “Questi dati dell’Osservatorio di Pavia non sono di oggi, ma nulla fa pensare che la situazione sia cambiata. È solo sopita dalla fine dell’emergenza Covid. Ma complottisti, antivaccinisti & co agiscono sottotraccia usando social media e canali Telegram e fanno presa soprattutto sui più vulnerabili. Vittime talvolta di fake news anche gli stessi medici”
Milano, sabato 11 Maggio 2024 – Ogni ambito è potenzialmente fonte di un ‘complotto’: a cadere nella rete gente comune, persone istruite, anche i medici, scienza (compresa) la medicina e il contesto ambientale. Niente e nessuno escluso. In tema di salute, scelte terapeutiche inadeguate, ritardi nel cercare assistenza medica, adozione di pratiche sanitarie dannose e rifiuto di terapie efficaci, (in)accettazione di misure di prevenzione e promozione della salute a livello collettivo. Il web e i social media hanno contribuito a capillarizzare e velocizzare la diffusione ed il radicamento delle fake news. Secondo un report del 2021 dell’Osservatorio di Pavia, in Italia circa il 46% della popolazione ammette di essere occasionalmente esposta a notizie false di carattere generale, che vengono poi condivise nel 18% dei casi, spesso involontariamente, mentre secondo uno studio del 2019 dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 40% degli italiani possiederebbe una inadeguata competenza sanitaria: dati che sottolineano la vulnerabilità critica nel discernere informazioni vere da quelle false, con quanto ciò comporta. Alla base la “crisi della razionalità” e, aspetto più grave, la “crisi della fiducia” nel rapporto tra Istituzioni mediche e cittadini. In qualche caso con la complicità della politica. Se ne è parlato oggi nell’ambito dell’evento residenziale “Fake news e complottismo in medicina” organizzato e promosso da OMCeOMI all’Università Statale di Milano.
“Siamo tutti chiamati ad avviare una riflessione autocritica sulle cause della sfiducia che si è generata nel tessuto sociale e sulle riforme interne e sistemiche che devono essere intraprese per sanarla e per contrastare il clima di ‘disordine informativo’, globale che sta invadendo la mente e i comportamenti quotidiani – spiega Roberto Carlo Rossi, presidente OMCeOMI. – Il complottismo è una risposta semplice a problemi molto complessi, ma in medicina e in ambito sanitario in genere, bisogna approcciarsi ai problemi con competenza e rigoroso metodo scientifico”.
“Questo corso – precisa Costanzo Gala, Psichiatra, psicoterapeuta responsabile aggiornamento professionale OMCeOMI – vuole porre l’attenzione sulla disinformazione, un fenomeno antico, oggi aggravato dall’avvento di Internet e soprattutto dei social media che hanno amplificato la portata e la velocità con cui le informazioni false possono diffondersi, anche in ambito medico. Gli algoritmi tendono a premiare i contenuti che generano maggiori interazioni, più like, senza distinzione tra veridicità e falsità. Questo si somma alla tendenza al ‘fai da te’ nella ricerca di informazioni sanitarie che espone la popolazione più vulnerabile, con ripercussioni sulla salute individuale e collettiva”.
“In Italia, questa situazione è aggravata da livelli preoccupanti di alfabetizzazione sanitaria – dichiara Alessandro Conte, coordinatore sito FNOMCeO “Dottore, ma è vero che” –. Secondo uno studio del 2019 dell’Istituto Superiore di Sanità, circa il 40% della popolazione mostra un’inadeguata competenza sanitaria che la rende vulnerabile alle notizie false con potenziali conseguenze dirette su scelte terapeutiche inadeguate a partire dalle misure di prevenzione e promozione della salute. Secondo un report del 2021 dell’Osservatorio di Pavia, inoltre, circa il 46% degli italiani ammette di essere occasionalmente esposto a notizie false che vengono poi condivise, spesso involontariamente, dal 18% della popolazione”.
“Alla base di questo fenomeno contribuisce la ‘mente complottista’, ovvero una serie di meccanismi cognitivi, ragionamenti scorretti motivati da bisogni psicologici, ma anche sociali e culturali, che determinano l’adesione a teorie del complotto e altre forme di disinformazione – prosegue Anna Ichino, ricercatrice di Filosofia Teoretica dell’Università degli Studi di Milano –. Comprendere come agisce la mente complottista, dunque come ragioniamo, è fondamentale per sviluppare un pensiero critico utile a contrastare il clima di sfiducia e sospetti da cui il complottismo trae linfa. Occorre prendere conoscenza che questi fenomeni trovano oggi radici sia in una ‘crisi della razionalità’ sia in una ‘crisi della fiducia’ tra Istituzioni (medico-scientifiche, ma anche politiche) e cittadini”.
“Talvolta anche i medici possono essere vittime di questi meccanismi psicologi e mentali universali – conclude Roberta Villa, giornalista scientifica e collaboratrice del sito FNOMCeO “Dottore, ma è vero che”. – Il fatto che a sostenere una tesi infondata scientificamente sia un collega, talvolta rinomato, non deve trarre in inganno. Per contrastare la disinformazione occorre liberarsi dal senso corporativo che porta a difendersi vicendevolmente, superando soprattutto il principio di autorità come criterio unico e assoluto di valutazione. Specificamente in ambito di salute, il cittadino deve riconoscersi il diritto di non sapere o di poter sbagliare nel giudicare temi poco noti, ed il medico avere sempre maggiore consapevolezza che l’autorevolezza del camice bianco pesa su chi ascolta, sia nell’evitare gravi errori (talora addirittura mortali) o viceversa nel favorirli”.