L’annuncio dell’evento nazionale indetto dalla FNOMCeO per il prossimo 21 aprile sulla “questione medica”, rappresenta l’occasione per riproporre il tema del grande disagio presente in tutta la categoria professionale, espresso dalla fuga di molti colleghi dagli ospedali pubblici, dal malessere dei colleghi del privato accreditato, dalla crisi delle vocazioni in medicina di famiglia: un fatto che si ripercuote, in modo sensibile, sull’operatività del servizio sanitario nazionale.
È davvero il momento di riproporre la “questione medica”, espressione di una professione, tutta, sottoposta a carichi di lavoro insostenibili, ad una estenuante burocrazia lontana dalla mission professionale, a retribuzioni più basse di quelle degli altri paesi europei, ma soprattutto soggetta a una crisi profonda di identità, in un contesto di confusione dei ruoli, che andrebbero definiti in base alle competenze e non alle pressioni delle lobby emergenti.
Da molto tempo i medici mettono al primo posto solo l’esigenza di tutelare la salute pubblica, forse isolati, nel momento in cui la stessa è oggetto di strumentalizzazioni di potere da parte del mondo politico, dei gruppi di pressione economica e dei più variegati interessi in grado di gestire le campagne di comunicazione e l’interpretazione della realtà.
Da questa situazione nascono, soprattutto in ambito territoriale, movimenti di protesta spontanei, espressione di un indistinto malessere, che ripropongono, a volte senza visione d’insieme, le tematiche da tempo proposte, nell’ambito delle diverse e distinte competenze, da ordini e sindacati, che hanno arginato una situazione sempre più difficile e meno sostenibile. È proprio alle rappresentanze istituzionali della categoria che tali istanze andrebbero ricondotte, rafforzandone il percorso e testimoniandone l’indifferibilità.
Analogamente siamo vicini al mondo ospedaliero. I medici che vi operano esprimono, individualmente, un disagio non diverso da quello segnalato dai colleghi del territorio, ma più difficile da rendere visibile, in considerazione della disomogeneità delle diverse realtà professionali.
Chiediamo, per tutti, il rispetto da parte delle istituzioni, per tutti rivendichiamo l’autonomia dei professionisti, che si esplicita nel rapporto fiduciario con i cittadini. Chiediamo alla politica lo stesso ascolto riservato ai gruppi di pressione economica e alle lobby potenti. Dei medici non si può fare a meno: non ne può fare a meno anche la politica, non solo i cittadini, che lo hanno già capito benissimo.
I Presidenti degli Ordini Provinciali della Regione Lombardia (FROMCeO)
Dr. Gianluigi Spata – Como (Presidente FROMCeO)
Dr. Pierfranco Ravizza – Lecco (Vicepresidente FROMCeO) Dr. Guido Marinoni – Bergamo
Dr. Ottavio Di Stefano – Brescia
Dr. Gianfranco Lima – Cremona
Dr. Massimo Vajani – Lodi
Dr. Stefano Bernardelli – Mantova
Dr. Roberto Carlo Rossi – Milano
Dr. Carlo Maria Teruzzi – Monza Brianza
Dr. Claudio Lisi – Pavia
Dr. Alessandro Innocenti – Sondrio
Dr.ssa Giovanna Beretta – Varese