COMUNICATO STAMPA
Stasera l’Ordine dei Medici di Milano sarà in Piazza della Scala insieme alla Società Italiana di Psichiatra
per una fiaccolata dedicata a Barbara Capovani, uccisa a Pisa da un ex paziente
Medici e operatori in prima linea soli e a mani nude
Rossi: “Impensabile rischiare la vita per salvare una vita”
Senza tutela da parte dello Stato, costretti a troppa burocrazia e ad attuare una medicina difensiva, i professionisti sono troppo fragili di fronte a evidenze che vanno subito risolte
Milano, 3 Maggio 2023 – Una “fiaccolata” per far luce su gravi problemi, emergenti e persistenti, per i professionisti della sanità: contesti lavorativi privi di adeguata sorveglianza da parte di addetti alla sicurezza, aggravio di obblighi e oneri burocratici che costringono il medico – ospedaliero, specialista o di medicina generale – a ‘negare’ al paziente la prescrizione di alcuni farmaci e/o prestazioni rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale per vincoli capestro, mancanza di tute anche di natura legale da parte dello Stato. Azioni che hanno tutte, potenzialmente, una sola conseguenza: la vita messa a repentaglio, quotidianamente esposta ad aggressioni fisiche e vessazioni verbali da parte di pazienti imbufaliti e frustrati nel ritenere insoddisfatti i propri diritti alla salute. Rischi che esplodono ancor di più all’interno di dipartimenti di Salute Mentale, come la cronaca ancora una volta ha mostrato. Per contrastare la violenza sul lavoro e per ricordare la psichiatra Barbara Capovani, uccisa pochi giorni fa Pisa, l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Milano, insieme alla Società Italiana di Psichiatria Lombarda e ai Dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze lombardi, aderisce alle manifestazioni del 3 maggio prossimo, con una fiaccolata alle ore 20:00 da Piazza della Scala, in contemporanea a quella organizzata a Pisa, la città della Collega barbaramente trucidata.
“Garantire ai medici e agli operatori sicurezza sul lavoro è ormai una drammatica e imprescindibile necessità dichiara il presidente Omceomi, Roberto Carlo Rossi –. È incredibile che si debba partire da un fatto così drammatico per tornare a chiedere di predisporre ciò che dovrebbe essere ovvio all’interno di ospedali e contesti sanitari: servizi di sorveglianza e di sicurezza che almeno fanno da deterrente al fatto che gli operatori possano correre il rischio essere malmenati, o uccisi, dai pazienti nello svolgimento del proprio lavoro. Non è ammissibile per un operatore sanitario pagare con la propria vita l’assenza di tutela e protezione da parte dello Stato che lo espone allo sbando di pazienti rabbiosi e frustrati per inadempienze o capestri del sistema. Ciò richiama alla necessità di una presa in carico e risoluzione di tutte le criticità che quotidianamente emergono a danno del paziente in primis e del medico poi, compreso il bisogno di fare educazione alla popolazione, a partire dalle scuole, sul corretto utilizzo dei servizi offerti dal nostro sistema sanitario, affinché tutti comprendano che i medici sono gli avvocati difensori dei propri pazienti e non dei nemici e che l’utilizzo appropriato delle risorse in sanità risponde alla necessità di consentire che tutti possano accedere consapevolmente a questo diritto.
“In questi giorni l’omicidio di Barbara, della nostra collega Barbara, ci ha aperto definitivamente gli occhi di fronte ad una condizione drammatica che ognuno di noi vive ogni giorno – spiega Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria. – Badate bene: non solo nei dipartimenti di salute mentale, ma anche in altri luoghi sanitari che invece di essere di cura sono diventati luoghi di pericolo e di terrore. Pensiamo solo ai colleghi che lavorano al pronto soccorso. Una condizione non più accettabile.