Una sfida antica: il nuovo rapporto medico-“esigente”
In questi ultimi tempi mi è capitato di riflettere più e più volte su che cos’è la medicina e che cos’è e che cosa fa il medico. L’occasione si è presentata a margine del lungo e complesso lavoro compiuto con gli “Stati Generali della Medicina” che, con coraggio, la FNOMCeO sta portando avanti. Dico “con coraggio” perché questo complesso esercizio deve o dovrebbe portare a ridisegnare e a riconsiderare la figura del medico nei confronti della società, dei media e della politica e, come si può intuire, l’impresa si annuncia davvero titanica. Come noto, alla base del ragionamento che la Federazione sta compiendo vi sono le “100 tesi” scritte da Ivan Cavicchi, il sociologo e filosofo che molte volte si è occupato del mondo medico e che ha suscitato e suscita sia intense antipatie sia sincere simpatie per le sue posizioni franche e originali, ma non sempre del tutto condivisibili. Il ragionamento che egli fa è molto complesso e articolato, ma si può, forse, provare a riassumere così: nel rapporto medico-paziente tutto è cambiato. I medici (e, forse, la medicina) devono prenderne atto e trovare quindi una strada nuova da percorrere che riporti il medico stesso al suo giusto posto nella scala sociale.