Il decreto “Milleproroghe” (DL n. 198 – 29 dicembre 2022, ora approvato in via definitiva) contiene una norma di carattere transitorio, valida fino al 31 dicembre 2026, pensata per tamponare una situazione di emergenza legata all’atteso pensionamento massivo di medici di famiglia e di pediatri.
Al fine di far fronte alle esigenze del SSN e di garantire i livelli essenziali di assistenza, in assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile, le aziende del Servizio sanitario nazionale, sino al 31 dicembre 2026, possono trattenere in servizio, a richiesta degli interessati, il personale medico in regime di convenzionamento col Servizio sanitario nazionale di cui al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti per il collocamento in quiescenza, fino al compimento del settantaduesimo anno di età e comunque entro la predetta data.
Quindi perché possa essere applicata l’opzione sono necessarie due condizioni: l’assenza di personale medico convenzionato collocabile e la disponibilità dell’interessato.
La norma è prevista esclusivamente per i medici convenzionati.
Per quanto riguarda il settore ospedaliero, per garantire la completa attuazione del Piano operativo per il recupero delle liste d’attesa, le regioni possono avvalersi, fino al 31 dicembre 2023, di medici specializzandi, anche mediante proroga degli incarichi loro conferiti (secondo le misure previste dalle disposizioni di cui all’articolo 26, commi 1 e 2, del DL 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106).