Regione Lombardia
Al Direttore Generale Welfare
Regione Lombardia
Al Presidente
III Commissione Consiliare Regione Lombardia
E p.c. Al Ministro Salute
Dott. Roberto Speranza
Al Presidente
Regione Lombardia
Al Presidente
Consiglio Regionale
Egr. Dott.ri,
in seguito a numerose sollecitazioni pervenute in tal senso, lo scrivente Ordine, in qualità di Ente Sussidiario dello Stato, ha analizzato le linee guida della DGR come all’oggetto nella seduta dell’8 marzo 2022. Qui di seguito, le unanimi osservazioni del Consiglio Direttivo, formulate nell’interesse pubblico di preservare la qualità delle importanti azioni compiute dalle Aziende Territoriali e Sanitarie pubbliche.
Va premesso che l’organizzazione sanitaria deve essere incentrata sulla persona e deve adattarsi ai relativi bisogni, individuali e sociali. L’ospedale e i servizi sanitari sono un luogo di accoglienza e servizio e devono garantire ad ogni singolo cittadino la soddisfazione del proprio specifico bisogno in sinergia con il territorio, comprendere le loro necessità presenti e future, soddisfare le loro esigenze e mirare a superare le loro stesse aspettative.
Ciò premesso, secondo il pensiero della comunità scientifica medica, che mi onoro di rappresentare, si vogliono mettere in evidenza le seguenti criticità:
• Si ritiene che il Direttore Sanitario debba essere l’unico responsabile della qualità e della sicurezza delle cure e non si comprende quindi come sia possibile che Direzione Professioni Sanitarie e Risk Management e qualità vengano assegnate direttamente alla Direzione Generale.
• Preoccupa l’ipotesi di accorpare le Direzioni Mediche di Presidio in un’unica entità per ASST: un carico di lavoro davvero eccessivo e impossibile da gestire, specie nelle realtà ampie e complesse delle Aziende della nostra regione.
• La direzione di Distretto è affidata genericamente ad un Direttore, senza specificarne il profilo professionale: è di fondamentale interesse per l’incolumità di tutti i cittadini che tali figure professionali siano esclusivamente affidate a Medici; in caso contrario, sarebbe concreto il rischio di far venir meno la supervisione degli standard igienico-sanitari delle strutture del territorio (comprese le nuove Case di comunità e gli Ospedali di Comunità) e la competenza organizzativa necessaria nell’ordinaria e straordinaria amministrazione.
• Non si evidenzia con chiarezza la sinergia tra L’Ospedale e il Territorio e le relative connessioni con ATS; non sembrano ben definiti i rapporti tra i Dipartimenti di ATS riguardo le specifiche funzioni tipiche del Comitato Infezioni Ospedaliere.
• Non ben definita si rileva l’organizzazione delle cure primarie poiché il personale Convenzionato (medici di medicina generale, continuità assistenziale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali) sembra afferire a più centrali di coordinamento con i conseguenti problemi di omogeneizzazione operativa delle azioni intraprese.
In definitiva, si rinnova, come sempre, il nostro spirito collaborativo contestualmente con il desiderio di poter essere cooprotagonisti della realizzazione delle linee guida dei POAS, che possono rilanciare la sanità pubblica anche per superare le conseguenze della nefasta pandemia.
Il Presidente
Dott. Roberto Carlo Rossi