Il Consiglio di Stato sospende la sentenza del T.A.R. Lazio che, a sua volta, aveva annullato (incredibilmente) la circolare del Ministero della Salute sulla gestione domiciliare delle infezioni da Sars-Cov-2, ritenendo che queste indicazioni si ponessero “in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia professionale”. Si tratta di una nota circolare della “Salute” che ribadisce l’importanza di utilizzare solo comportamenti terapeutici di comprovata efficacia nella cura della SARS-COV2.
Il Consiglio di Stato, nella persona del presidente Franco Frattini, osserva che il documento ministeriale “contiene, spesso con testuali affermazioni, ‘raccomandazioni’ e non ‘prescrizioni’ cioè, appunto, indica comportamenti che secondo la vasta letteratura scientifica sembrano rappresentare le migliori pratiche, pur con l’ammissione della continua evoluzione in atto”. Quindi “non emerge alcun vincolo circa l’esercizio del diritto-dovere del medico di scegliere in scienza e coscienza la terapia migliore, laddove i dati contenuti nella circolare sono semmai parametri di riferimento circa le esperienze in atto nei metodi terapeutici a livello anche internazionale”