ANTICORPI MONOCLONALI PER COVID-19

In considerazione della situazione epidemiologica attuale caratterizzata da un netto aumento dei contagi da Sars-Cov-2, si ricorda l’importanza della somministrazione degli anticorpi monoclonali, che hanno dimostrato una buona efficacia in diversi studi. Come è noto, gli anticorpi monoclonali, possedendo un’elevata affinità per i recettori a cui si lega la proteina spike del SARS-CoV-2, sono in grado di diminuire la carica virale che si traduce clinicamente in una riduzione della progressione della Covid-19 verso le forme gravi che portano ad ospedalizzazione e morte.
 
Tale terapia trova indicazione in pazienti positivi per SARS CoV-2 (adulti o bambini e adolescenti > 12 anni) con sintomi di grado lieve-moderato di recente insorgenza (preferibilmente entro i 5 giorni e comunque non oltre i 10 giorni), non ospedalizzati e che non necessitano di ossigenoterapia supplementare, ma che sono ad alto rischio di progressione a COVID-19 severa.
 
 Si definiscono ad alto rischio i pazienti che soddisfano almeno uno dei seguenti criteri:
 
– età > 65 anni
– BMI ≥ 30 (o > 95° percentile in età pediatrica)
– insufficienza renale cronica, incluse dialisi peritoneale o emodialisi
– diabete mellito non controllato HbA1 > 9%) o con complicanze croniche
– immunodeficienza primitiva o secondaria (HIV)
– malattia cardio-cerebrovascolare (inclusa ipertensione arteriosa con danno d’organo)
– BPCO e/o altra malattia respiratoria cronica 
– epatopatia cronica (con riserva nei pazienti con compromissione epatica moderata o      severa)
– emoglobinopatie
– patologie del neurosviluppo e patologie neurodegenerative
 
Il medico che valuta un paziente eleggibile al trattamento con anticorpi monoclonali  (MMG, PLS, Medico di USCA, Medico di Hotspot territoriale, Medico di PS, Medico di una Struttura di ricovero) compila la Scheda di Valutazione dei criteri di eleggibilità (che si allega) e la invia ad uno dei centri autorizzati all’infusione del farmaco.