COVID: APPELLO ALLE ISTITUZIONI E AI CITTADINI

«Covid, bisogna fare presto»: appello alle istituzioni e ai cittadini
di Marino Faccini, Massimo Galli, Marco Rizzi
 
Oggi, 20 ottobre, si compiono 8 mesi dalla segnalazione del primo caso di Covid in Lombardia. Il dramma umano e sanitario che ha sconvolto il nostro Paese, e la Lombardia in particolare, è ancora sotto gli occhi di tutti. Un’emergenza che non è mai finita. Se nel periodo buio dei primi mesi ci si poteva arrendere al fatto di essere stati colti di sorpresa, ora il ritardo di una efficace risposta non può più essere giustificato. Il virus è rimasto sostanzialmente immodificato nella sua capacità trasmissiva e di impatto sulla salute e ciò rende possibile che una seconda ondata raggiunga proporzioni non inferiori alla prima, come i dati di questi giorni vanno minacciando. Bisogna prevenire, ora e subito, una nuova escalation verso le conseguenze più drammatiche.
Da diversi giorni i servizi di prevenzione territoriale non sono più in grado di svolgere un tempestivo “contact tracing”, l’attività che tante volte è stata invocata come fondamentale per identificare e spegnere tempestivamente i focolai. Di fronte a numeri giornalieri di nuovi contagi, soprattutto nelle aree metropolitane come quella di Milano (ormai sopra i 1.500 nuovi casi al giorno), che hanno portato rapidamente l’indice di trasmissione Rt oltre 2, occorre prendere atto che il sistema di tracciamento di casi Covid e dei relativi contatti non può più funzionare. In parallelo, i segnali che arrivano dagli Ospedali in termini di aumento costante di ricoveri ordinari e di casi gravi sono chiarissimi e hanno già reso necessarie e urgenti trasformazioni dettate dall’emergenza, con riapertura di reparti Covid e contestuale riduzione delle attività ordinarie.
Non vogliamo più vedere gli operatori sanitari, ancora stanchi e con le scorie addosso dei lunghi mesi trascorsi nelle corsie e nei presidi territoriali a combattere Covid, rimpiombare nella frustrazione e nello sconforto di fronte a una nuova onda d’urto. Non è più tempo delle discussioni estenuanti, le trattative al ribasso, gli sterili distinguo. Sappiamo ciò che è necessario fare per ridurre la velocità della corsa dei contagi verso un punto di non ritorno, soprattutto nelle aree in cui l’accelerazione è più forte. Salviamo l’economia da un nuovo lockdown generalizzato, che oggi avrebbe gravi costi sociali ancor maggiori e metterebbe tutti in grande difficoltà. Occorre agire adesso, con misure energiche, ma ancora sostenibili. Il virus è con noi e tra di noi, lo possiamo portare e incontrare ovunque, cammina con le nostre gambe ed è presente nel nostro respiro: se siamo consapevoli di questo, sappiamo come fermarlo.
Rivolgiamo un appello alle Istituzioni politiche e sanitarie e ai cittadini:
 
– Alle Autorità il compito di adottare i necessari provvedimenti, purché siano coerenti con il risultato atteso: in questa delicata fase, occorrono interventi mirati e selettivi: immediati provvedimenti rigorosi circoscritti agli ambiti territoriali più critici possono evitare di dovere adottare in un prossimo futuro generalizzati provvedimenti restrittivi di difficile sostenibilità.
 
– Nelle aree metropolitane dove l’aumento dei contagi, la densità di abitanti, la concentrazione di attività e la pressione sui mezzi di trasporto pubblici possono diventare una mistura esplosiva, tutti coloro che possono lavorare o studiare da casa siano messi nelle condizioni di farlo da subito: togliamo le gambe al virus; nelle aree in cui non fosse possibile gestire in modo adeguato i trasporti si attui subito la didattica a distanza per le scuole superiori e le università; si valuti inoltre rapidamente ove necessario il blocco delle attività ludiche e ricreative, in aggiunta agli stop già decisi e alla massiccia attivazione dello smart working.
 
– A tutti i cittadini chiediamo di sacrificare una parte della loro socialità e desiderio di divertimento evitando ogni occasione di incontro non indispensabile, sia nelle proprie abitazioni che fuori di esse: no party con il Covid, un piccolo sacrificio per il bene di tutti. Non diamo respiro al virus: a tutti chiediamo di usare la mascherina, senza se e senza ma, insieme al distanziamento e all’igiene delle mani. A tutti chiediamo di proteggere gli anziani e le persone più fragili, evitando il più possibile che escano di casa ed avendo cura di entrare in relazione con loro solo con le massime precauzioni, anche se abitano con noi.
Viviamo questa amara ricorrenza dei primi 8 mesi di pandemia con forte preoccupazione, ma anche con la convinzione e la speranza che con una forte, chiara e netta assunzione di responsabilità da parte di tutti sia possibile combattere il virus.

#togliamolegambealvirus
#nondiamorespiroalvirus
#salviamoleconomia
#salviamoilserviziosanitario

Marino Faccini
Direttore UOC Medicina Preventiva nelle Comunità – Malattie Infettive
ATS Milano
Massimo Galli
Professore Ordinario Di Malattie infettive, Università di Milano
Direttore Malattie Infettive III, ASST FBF/Sacco, Milano
Past President nazionale SIMIT
Marco Rizzi
Direttore Malattie Infettive ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo,
Presidente SIMIT Lombardia