La Corte Suprema di Cassazione con la sentenza 5315 del 2020 ha affrontato una tematica di grande interesse in tema di responsabilità medica: “Ogni condotta colposa che intervenga sul tempo necessario alla guarigione, pur se non produce ex se un aggravamento della lesione e della relativa perturbazione funzionale, assume rilievo penale allorquando generi la dilatazione del periodo necessario al raggiungimento della guarigione o della stabilizzazione dello stato di salute”.
Ciò che occorre stabilire è se possa considerarsi malattia “non l’aggravamento della lesione, ma il prolungamento del tempo necessario per la sua riduzione o per la sua definitiva stabilizzazione” e la risposta deve essere ricavata dal rapporto fra il concetto giuridico di lesioni e quello di malattia, interpretato in maniera più moderna e più aderente alla nozione della scienza medica che non può limitarsi a ritenere rilevanti le sole alterazioni anatomiche.