Correva l’anno 1986 e io stavo studiando medicina. Un giorno mio padre, medico di famiglia, torna a casa e mi racconta una storia: lui era un tipo scanzonato, riminese di nascita e milanese di adozione. Gli piacevano le situazioni ridicole e spesso sorrideva della stupidità dei politici. Ebbene, un suo paziente che lavorava all’acqua potabile gli aveva raccontato la vicenda dell’atrazina. Per farla breve, questo diserbante inquinava l’acqua potabile. Siccome aumentava sempre di più, per evitare di chiudere i pozzi, i politici, prima locali e poi nazionali, si erano inventati di fare un decreto che spostava “amministrativamente” i livelli di potabilità, innalzando la tollerabilità per questo inquinante. Facendo un po’ di ricerche, sono anche riuscito a trovare un articolo del 1989, in cui addirittura, per evitare le censure europee, si stabilivano diversi livelli di tollerabilità a seconda delle diverse zone del Paese.
Fino a pochi giorni fa affrontare il coronavirus senza mascherine con filtro FFP3 o superiore era altamente sconsigliato. Ma le mascherine (dicono) non si trovano. Così spunta l’indicazione dell’OMS del 27 febbraio 2020 che dice che le mascherine chirurgiche vanno benissimo (anche se insieme a guanti, occhialini e camice monouso) e addirittura questa indicazione verrà messa in un decreto ministeriale.
Chissà perché, a me viene in mente la vicenda dell’atrazina, resa innocua da un decreto!