CONTENZIONE FISICA NELLE RSA

Riceviamo da un iscritto, Dott. Antonio Monteleone, un articolo che richiama l’attenzione sull’assenza in Italia di una legislazione chiara e appropriata in merito all’utilizzo della contenzione fisica e meccanica nelle Residenze sanitarie assistenziali (RSA). Tale vuoto legislativo è supplito da diverse sentenze, alcune delle quali sono citate nel testo, che però hanno la peculiarità di trattare casi o di trattamento sanitario obbligatorio in reparti psichiatrici o di patologie acute, che trovano accoglienza in ospedale. In questi ambiti prevalgono concetti di emergenza e urgenza e i ricoveri hanno una durata breve, governata anche dalle condizioni economiche dei DRG. Ben diversa è la circostanza dei ricoveri in RSA, dove non si verificano ricoveri coatti e la permanenza può anche essere di anni o comunque fino al decesso. L’età media supera i 75 anni, l’organismo ha un’omeostasi precaria, le patologie sono multiple in un quadro la cui evoluzione può essere solo rallentata, ma non impedita verso il peggioramento progressivo. Si tratta, inoltre, di pazienti che in situazioni ordinarie vanno incontro a frequenti cadute e che ricercano in primo luogo sicurezza e tranquillità. Occorre pertanto avviare presto un gruppo di lavoro congiunto tra esperti di residenzialità per anziani non autosufficienti e giurisperiti, al fine di stilare un nuovo e specifico nomenclatore e delle linee guida degli strumenti di contenzione distinguendoli chiaramente da quelli che rispondono a bisogni posturali o vengono richiesti per sentirsi più sicuri. Ciò come premessa a una legislazione più adatta ai cambiamenti epidemiologici e di ricorso alla rete dei servizi territoriali.