LINEE GUIDA: C’È SPAZIO PER UN’INTERPRETAZIONE PERSONALE?

L’ultimo 5 ottobre, nell’Aula Magna del tribunale di Milano è stato realizzato, con la partecipazione di Avvocati, Magistrati e Medici, un processo simulato che aveva come soggetto il caso clinico di un sedicenne con cefalea. L’iniziativa è nata in seno ad una collaborazione che le due squadre di basket dell’Ordine dei Medici di Milano e dei Legal team di Milano hanno ormai consolidato per formulare dei percorsi formativi embricati cui associare un momento di sport, di basket in particolare, per dimostrare che lo sport fa davvero bene a tutte le età, specie se è condotto in maniera controllata, equilibrata e monitorata da un punto di vista medico. Il caso clinico non poteva che mettere, al centro della discussione, un ragazzo che gioca a basket ma che comincia a lamentare cefalea. È stata l’occasione per analizzare insieme, il ruolo delle linee guida in un periodo in cui la medicina di precisione o personalizzata, che mette al centro il paziente e non la malattia, sembra creare una deriva contraria alle linee guida. Il ragazzo esegue una visita per idoneità sportiva agonistica che viene brillantemente superata, ma la cefalea non passa. Anzi comincia a connotarsi con i caratteri dell’ingravescenza: compare in associazione al vomito, talvolta si esacerba in corso di attività sportiva e limita la qualità di vita del ragazzo. Nel corso di un attacco più importante di altri, il ragazzo giunge al P.S. dove viene eseguita una TAC cerebrale che risulta negativa. Il ragazzo viene rapidamente rimandato a casa con l’indicazione di una RMN cerebrale a 30 giorni ma, nel frattempo, capita un evento fatale. Durante una partita il ragazzo sta male, molto male e giunge, con emorragia cerebrale in P.S. dove, nonostante gli sforzi, non si riesce a salvarlo. Il giudice condanna il medico del P.S. che ha dimesso il ragazzo nella prima occasione perché, secondo il suo parere, non aveva colto il cambiamento nelle modalità abituali di manifestazione della cefalea: alterazione del ritmo sonno veglia, cefalea divenuta pulsante, tinnito, episodio di vomito, insorgenza durante lo sforzo fisico. Tali cambiamenti costituiscono segnale di allarme di una cefalea secondaria anche alla luce delle linee guida richiamate nel dibattimento. La giuria popolare e una piccola giuria di “esperti” si sono dimostrate di parere diverso, definendo innocente l’operato del Medico, così da confermare quanto il caso clinico fosse controverso, e condotto lungo una linea di grande equilibrio. Equilibrio visto in campo anche il giorno dopo. La sfida Medici e Magistrati non poteva che finire pari anche se nel basket questo risultato non è mai contemplato. Ma quando si mettono insieme Medici e Magistrati l’alchimia è sempre interessante e i risultati utili (e a volte imprevedibili) per tutti!

Programma dell’Evento “Linee guida: c’è spazio per un’interpretazione personale?”