ORARI MEDICI, PRIMI DANNI DA DIRETTIVA UE

 «Se la Regione Lombardia fa una delibera per assumere 500 medici a tempo pieno nei servizi H24 ha tutta la mia solidarietà di presidente d’Ordine, a patto che non ingaggi precari ma stabilizzi i posti di lavoro». Roberto Carlo Rossi presidente Omceo Milano si dice d’accordo con i principi che hanno spinto la Direzione Sanità della Regione a emanare una delibera dove si prefigurano assunzioni immediate nei servizi indispensabili, sguarniti dalle nuove regole della direttiva Ue orari di lavoro, e in particolare in Rianimazione e Pronto Soccorso. La delibera lombarda comporterebbe una deroga alla regola imposta dalla Finanziaria 2009 secondo cui per rispettare il patto di stabilità le regioni non possono spendere per il personale oltre il tetto degli esborsi affrontati nel 2004 diminuiti di un 1,4%. «Dal 25 novembre, data di entrata in vigore della Direttiva 88/2003 che impone il riposo obbligatorio di 11 ore, stress e disservizi sono purtroppo all’ordine del giorno, in Lombardia come altrove. Pur difendendo un principio giusto, la direttiva di Bruxelles rispecchia un modo utopistico di approcciare problemi complicati: ci si dà per riferimento un mondo migliore, ma il risultato è un medico stressato. Nei servizi sotto organico -sottolinea Rossi – i colleghi vanno a dormire sapendo che in loro assenza ci possono essere dei problemi nel servizio, e questo crea stress aggiuntivo. Non solo: mentre in passato dopo due turni di fila il medico riusciva a mettere insieme tempo da dedicare alla famiglia con relativi benefici psicofisici, ora non può più. Resta solo il tempo di andare a dormire e di riprendere i mezzi per tornare al lavoro dove manca personale e si trovano situazioni sempre più difficili».
Assumere è indispensabile, dunque, ma la Finanziaria 2016 prevede che per far fronte alla Direttiva 88 si possa destinare solo il 50% del monte risorse accantonato da ogni regione per nuove assunzioni. Entro quel tetto si possono bandire concorsi ma prima si passa per la verifica del fabbisogno ad opera di tre tavoli ministeriali; le regioni dovevano produrre i dati di fabbisogno a febbraio e questo mese di marzo i tavoli di verifica, dei Lea e degli standard ospedalieri devono pronunciarsi sulla fattibilità delle loro richieste. La delibera lombarda in questo caso non applica la legge nazionale. «Non sono nella mente del ministro dell’Economia -dice Rossi – se lo fossi gli direi che le risorse per tutelare il diritto alla salute si trovano allargando il novero dei capitoli di spesa da cui risparmiare; penso che per realizzare l’Expo e altre grandi opere pubbliche i soldi si reperiscono. Perché per la salute degli italiani, diritto costituzionalmente protetto, e di chi li cura non si devono trovare?».

Da Doctor33 di Mauro Miserendino