Il nuovo regolamento Enpam del Fondo generale – quota B prevede la possibilità della pensione anticipata pur continuando l’attività lavorativa. Tante sono la variabili e le opportunità da valutare in relazione alle proprie situazioni personali. Leggi l’opinione del dott. Marco Perelli Ercolini
Il nuovo regolamento Enpam del Fondo generale – quota B prevede la possibilità della pensione anticipata pur continuando l’attività lavorativa.
Requisiti: una anzianità contributiva di almeno 35 anni, 30 anni di laurea e almeno 60 anni e 6 mesi di età per il 2015 (salirà di 6 mesi ogni anno per arrivare nel 2018 a 62 anni) oppure indipendentemente dall’età anagrafica almeno 42 di anzianità contributiva. Non è richiesta la cessazione dell’attività lavorativa e per determinare l’anzianità contributiva si tiene conto anche dell’anzianità contributiva maturata presso tutti gli altri Fondi gestiti dall’ENPAM, con la sola esclusione della “Quota A” del Fondo di Previdenza Generale.
Dunque la possibilità di una pensione subito, ovviamente calcolata su una minore anzianità contributiva e soggetta a dei correttivi in rapporto agli anni mancanti al requisito dell’età minima pensionabile.
Ovviamente la nuova pensione sarà soggetta alla scure impositiva fiscale in base all’aliquota marginale, circa un 50% in meno se si considerano anche, oltre all’imposta per le persone fisiche, le addizionali regionali e comunali.
Soldi subito, ma meno soldi.
Le nuovi norme previdenziali prevedono peraltro, continuando una attività professionale, una assoggezione contributiva con aliquota intera oppure con aliquota minima pari al 50% di quella normale (fiscalmente detraibile), che comporterà un ricalcalo di pensione, automatico da parte degli stessi uffici Enpam, ogni terzo anno (aliquota di rendimento 1,03 secca per contribuzione intera e 0,51 per quella ridotta).
Lasciare invece i contributi nel Fondo e andare in pensione all’età pensionabile, ora al compimento del 66esimo anno e 6 mesi (salirà di 6 mesi ogni anno per arrivare nel 2018 a 68 anni), comporta la continuazione contributiva ad aliquota piena oppure ridotta (2%), totalmente deducibile ai fini fiscali, con recupero di circa la metà delle somme versate, niente scure dei correttivi in base all’eventuale anticipo, e di conseguenza un assegno di pensione più alto in relazione anche alla maggior anzianità contributiva, cioè un 1,25 in più ogni anno, maggiorata del 20% per ogni anno oltre all’età pensionabile pro tempore vigente.
Ovviamente, nella proiezione temporale, un minor godimento di anni …
Ed ecco la domanda che di solito viene posta: conviene? vale o no la pena di chiedere la pensione anticipata?….senza dubbio -sì- in caso di scarse ulteriori speranze di vita, ma attenzione anche all’eventuale reversibilità per il coniuge superstite, i figli minori o studenti a carico ovvero invalidi.
Dunque, tante sono la variabili e le opportunità da valutare in relazione alle proprie situazioni personali e soprattutto familiari.
Nulla da scartare, tutto da valutare, giusto però essere a conoscenza di questa opportunità nel Fondo generale – quota B.
a cura di Marco Perelli Ercolini